Progetto

La parola atomica è un progetto che riscopre l’arte del raccontare e “La Parola Atomica” è un progetto che riscopre l’arte di raccontare storie e di esprimere se stessi. Oggi, i Big Data e il linguaggio binario delle macchine ci hanno fatto dimenticare come ascoltare, e il nostro potere espressivo e immaginativo si impoverisce. Pertanto, il fascino per il racconto deve essere risvegliato, soprattutto quando si tratta di presentare concetti complessi e misteriosi.

 Ne possono beneficiare soprattutto gli studenti, i docenti e gli scienziati, i cui argomenti sembrano spesso troppo difficili da comunicare. La serie di incontri col titolo “La parola atomica” usa l’esperienza teatrale per aiutarvi a raccontare di nuovo delle storie in modo espressivo. Perché raccontare storie significa innanzitutto esprimere se stessi, non solo con le parole, ma con tutto il corpo.

Attraverso la messa in scena di storie guidata, i partecipanti si liberano delle loro barriere abituali e dei loro pregiudizi. Essi ristabiliscono il legame tra il narratore e l’ascoltatore. Raccontare infatti è anzitutto esporsi, e ci si espone non solo con la parola ma anche con il corpo. La messa in scena di una storia libera da automatismi e costrizioni introiettati di discorsi fatti, creando un filo invisibile tra chi racconta e chi ascolta. Capita infatti di assistere a momenti di ascolto collettivo in cui dei saperi vengono trasmessi senza che si abbia consapevolezza di come la linfa narrativa stia viaggiando tra chi parla e chi ascolta. Non si tratta di un corso di teatro: non bisogna essere necessariamente degli attori per raccontare delle storie. Si tratta invece di ripristinare un’arte che fa parte della nostra intimità.

Per questo ci immergiamo nelle districate reti delle storie, attraverso una serie di incontri laboratori in cui si sviluppa un training della comunicazione narrativa. Più che acquisire metodi e regole, si lavorerà su come accantonare forme di comunicazione preconfezionate e i possibili orizzonti che queste forme precludono.  In diversi incontri, non vogliamo imparare regole e metodi, ma liberarci da forme prefabbricate di espressione e inibizioni inconsce. Di storie ci nutriamo fin dalla nascita, ci raccontiamo per trasformare gli imperativi spesso contraddittori, spesso disturbanti, che vengono dal mondo e dalla nostra mente, in quel processo che ci permette di dimenticare per qualche tempo noi stessi e la nostra autoreferenzialità. 

Di storie ci nutriamo fin dalla nascita, ci raccontiamo per trasformare gli imperativi spesso contraddittori, spesso disturbanti, che vengono dal mondo e dalla nostra mente, in quel processo che ci permette di Nel mio percorso professionale ho imparato a convivere con l’urgenza della parola. Vita e narrazione, attraverso il teatro, mi hanno insegnato il valore del racconto e delle forme che può assumere.  L’ esperienza in gruppi e laboratori di espressione drammatizzata, mi concede l’occasione di entrare in contatto con le differenti forme narrative di ognuno di noi.  Possiamo così costruire sia sui punti di forza sia sulle debolezze di ognuno, verso la naturale predisposizione al racconto.  

Nel mio percorso professionale ho imparato a convivere con l’urgenza della parola. La mia esperienza in gruppi e laboratori di espressione drammatizzata, mi concede l’occasione di entrare in contatto con gli altri e le rispettive forme narrative, sviluppando cosi ,sulle differenze tra ciascuno di noi, racconti che ci somiglino.

Il mio percorso consiste in diversificate esperienze teatrali e narrative, che La Parola Atomica mi dà finalmente la possibilità di mettere Penso quindi che i presupposti per un’esposizione che ci lasci soddisfatti siano:

– Saper restituire corpo e intimità alle parole rimediando all’appiattimento del digitale e allo spersonalizzante gergo tecnico.

– Saper riconoscere, apprezzare e offrire il nostro ritmo, respiro e fisicità propria nel discorso, consapevoli che la comunicazione è per il 75% para o no verbale (chiamo questa la “ Celentano Strategy” o “the Celentano Effect”).

– disponibilità a mettere al centro la narrazione piuttosto che il se.

Le storie infatti possono esorcizzare paure e desideri, trasformandole in consistenza ed crescita. 

Il progetto “La parola atomica” si inserisce in modo congeniale verso gli obiettivi formativi nell’ambito del sociale, della comunicazione interculturale, del social marketing. 

Nei vari  settori in cui ci si può formare, saper raccontare e ascoltare storie è la chiave sine qua non per ottenere conoscenza affidabile e comunicazione efficace. A differenza di numeri e dati, le storie ispirano riflessione, immaginazione e interpretazione verso maggiore motivazione, consenso e spirito di appartenenza. Attraverso il corso, i candidati, già studenti che aspirano a settori in cui sarà loro richiesta la capacità di gestione di complessità organizzata, otterranno delle competenze narrative, flessibili e resilienti, che potenzieranno il loro profilo e amplieranno le loro abilità persuasive. Obiettivo è guardare oltre un clichè fordista e presentazioni o report tecnico-gergali con fogli excel inflazionati, andando invece verso un modello che riscopre il racconto per umanizzare le relazioni. 


Marzo- Aprile 2020 Scuola Superiore Sant’Anna Pisa Pisa (Link)

Aprile 2020 : Radio Ziba (Link

 Aprile 2020 : Eurolingue School Agrigento(Link)  

Luglio 2021: Sciacca (AG) “Eurolingue school (Link)  

Gennaio / Febbraio 2022 @ Scuola Normale Superiore Pisa -Progetto ISPIRA (Link)

Marzo – Aprile 2022 Scuola Superiore Sant’Anna MISS (Link)